Le origini
Le prime tracce di un corpo di Arcieri e Scudieri addetto alla sicurezza della residenza e degli esponenti della Casa Savoia risalgono al XIV secolo, ma fu soltanto sotto il ducato di Emanuele Filiberto Testa di Ferro (1553-1580) che si costituì una "Guardia d'Onore del Principe", una cinquantina di uomini comandati da un capitano che conobbero il battesimo del fuoco nella vittoriosa battaglia di San Quintino, il 10 agosto 1557.
Costantemente aumentato nell'organico e nelle specialità, il reparto contava, intorno al 1630, almeno 400 uomini divisi in quattro compagnie, fra le quali una "Compagnia Corazze di Sua Altezza" che iniziò a portare sul petto delle corazze il monogramma dell'autorità statuale. Una tradizione che è giunta fino ai nostri giorni, pur nel mutare delle forme istituzionali.
Da Vittorio Amedeo II a Vittorio Emanuele I
Sotto la lunga sovranità di Vittorio Amedeo II (1675-1730), le varie componenti dei servizi di sicurezza e rappresentanza furono riunite in un'unica struttura, le "Guardie del Corpo", suddivisa in quattro Compagnie Guardie del Corpo, una Compagnia Guardie della Porta e una Compagnia di Svizzeri.
Da allora e per circa un secolo, pochi furono i mutamenti nelle uniformi e nella composizione del reparto, impegnato nel normale compito istituzionale e nelle frequenti campagne di guerra, dove ebbe modo di distinguersi.
Le due campagne d'Italia, condotte da Napoleone nel 1796 e nel 1800, sconvolsero l'equilibrio degli antichi Stati: in seguito all'occupazione del Piemonte, il Re Carlo Emanuele IV, insieme a poche Guardie, riparò in Sardegna, dove il 4 giugno 1802 abdicò in favore del fratello Vittorio Emanuele I. La maggior parte del corpo passò, invece, alle dipendenze del governo francese, formando lo Squadrone Carabinieri Piemontesi.
1814: nascono i Carabinieri
Vittorio Emanuele I, esule per più di un decennio, poté riprendere possesso dei suoi territori soltanto il 20 maggio 1814, ristabilendo gli antichi istituti: anche le Guardie del Corpo furono ripristinate, nel medesimo organico settecentesco.Il 13 luglio di quell'anno venne creato il Corpo dei Carabinieri Reali, ai quali le regie patenti istitutive attribuivano anche occasionali compiti di "accompagnamento alle Persone Reali". Cessò, da quel momento, l'esclusività delle tradizionali prerogative delle Guardie del Corpo, che le riforme avviate da Carlo Alberto (1834-1849) ridimensionarono negli organici e nelle competenze, parallelamente alla crescente rilevanza attribuita ai Carabinieri. Furono questi ultimi, infatti, a formare uno squadrone d'onore a cavallo che accompagnò, nel 1842, le nozze dell'erede al trono Vittorio Emanuele con Maria Adelaide.
La prima guerra d'indipendenza vide, per l'ultima volta, la presenza delle Guardie del Corpo, affiancate nella protezione del sovrano dai Carabinieri, protagonisti a Pastrengo, il 30 aprile 1848, della valorosa carica che scrisse la prima eroica pagina corale della storia della Benemerita.
La soppressione formale di ciò che rimaneva delle antiche Guardie del Corpo risale al 1867, ma già da vent'anni una sola compagnia superstite continuava a svolgere attività di sicurezza, limitata, però, al Palazzo Reale di Torino. Compiti e prerogative vennero assorbiti dai Carabinieri, divenuti Arma il 24 gennaio 1861.
Le nozze reali di Firenze
Il 7 febbraio 1868, il Principe ereditario Umberto sposava Margherita di Savoia, figlia del Duca di Genova. Per l'occasione, 80 carabinieri a cavallo tra i più prestanti furono prelevati dalle Legioni di Firenze, Milano e Bologna per formare uno squadrone di rappresentanza e di scorta d'onore. Indossavano la stessa uniforme delle nozze del 1842, ma questa volta il reparto non venne sciolto: ad esso furono affidati compiti di sorveglianza degli appartamenti reali e di protezione dei sovrani.
Nascono, così, i moderni Corazzieri, con un organico che prevedeva, in origine, un capitano comandante, 4 ufficiali, 9 sottufficiali (presto elevati a 12) e 69 carabinieri (poi 88).
Numerose furono, nei primi anni di vita, le denominazioni del Reparto: "Guardie d'Onore di Sua Maestà", "Carabinieri Reali Guardie del Corpo di Sua Maestà", "Drappello Guardie di Sua Maestà" e, fino al 1946, "Squadrone Carabinieri del Re". Ma si andava già consolidando nella gente il più familiare appellativo di "Corazzieri", il termine che, al termine di un lungo cammino, oggi designa il Reggimento al servizio del Presidente della Repubblica.
Le guerre mondiali
I Corazzieri continuarono a svolgere il loro servizio durante gli eventi bellici, seguendo il Re nelle zone di operazioni e distinguendosi individualmente: il brigadiere Mocellin e il carabiniere guardia Urbinati, piloti d'aeroplano, furono decorati di medaglie d'argento al valor militare per le loro imprese.
Molti corazzieri aderirono alla resistenza dopo l'8 settembre 1943.
Il Mausoleo Ardeatino custodisce le spoglie del carabiniere guardia Calcedonio Giordano, medaglia d'oro al valor militare, arrestato a Roma nel 1944, torturato e ucciso alle Fosse Ardeatine.
L'epoca repubblicana
Il 13 giugno 1946, nel cortile d'onore del Quirinale, Umberto II sciolse i Corazzieri dal giuramento alla Monarchia: le Guardie del Re furono trasformate nel "3° Squadrone Carabinieri a Cavallo" e dismisero la loro tradizionale uniforme, fino a quando il Presidente Luigi Einaudi (1948-1955) ripristinò lo "Squadrone Carabinieri Guardie" e le divise del 1876. Il reparto divenne, nel 1965, "Comando Carabinieri Guardie del Presidente della Repubblica" e, nel 1990, "Reggimento Carabinieri Guardie della Repubblica".
Il 24 dicembre 1992 il vecchio appellativo divenne ufficiale, restituendo ai maestosi custodi del Capo dello Stato il nome di "Reggimento Corazzieri".